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WP 2WEL 3/2018
L’Unione europea ha recentemente ribadito, nell’ambito dell’iniziativa circa il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, l’esigenza di rinnovamento dei sistemi di welfare per realizzare risposte efficaci a nuovi bisogni, a tal fine incoraggiando strategie di innovazione sociale. In Italia ciò è particolarmente vero con riferimento al problema della non autosufficienza: siamo uno dei Paesi più longevi al mondo, ma la qualità della vita in termini di buona salute e/o limitazioni funzionali non è altrettanto confortante. La risposta sia pubblica che privata continua ad essere nettamente inadeguata sotto il profilo quali/quantitativo: frammentazione disorganizzata di interventi con conseguente rischio di inappropriatezza delle prestazioni, dispersione delle già scarse risorse e attribuzione alle famiglie dell’onere organizzativo e in gran parte di quello economico dell’assistenza. Lo studio intende definire i contorni di un possibile nuovo modello di copertura della non autosufficienza basato su una logica di welfare life-cycle che superi la rigida struttura a silos che caratterizza il vigente sistema di welfare, fornendo indicazioni circa la sua concreta fattibilità, in particolare individuando le diverse componenti del modello; possibili attori e relative relazioni; i costi e le relative coperture; i necessari interventi legislativi. L’analisi sarà condotta nel rispetto dei seguenti principi: a) approccio multidimensionale integrato, che realizzi sinergie fra servizi sanitari e sociali, professionalità diverse, diversi attori pubblici e privati, profit e non profit; b) approccio culturale focalizzato non sulla malattia ma sulla persona e il suo progetto di cura e di vita sotto il profilo clinico ma anche con riferimento al contesto familiare, economico, ambientale. Il fine è la definizione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) personalizzati che coinvolgano attivamente non solo il paziente, ma anche i caregiver di riferimento. La sua realizzazione deve rispondere a criteri di flessibilità e modularità, con focus sul differenziale fra intervento delineato dal PDTA e intervento pubblico, tenendo conto della diversa declinazione territoriale e delle diverse capacità di spesa dei soggetti interessati; c) valorizzazione del momento collettivo e della bilateralità quali elementi di contenimento di costi e ampliamento dei tradizionali perimetri di copertura.