2001
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Rapporto 2001. Indice della libertà economica dell'Unione Europea

Categoria/Category
Indici della libertà economica / Economic Freedom Index
,
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

a cura di Giovanni Ronca e Gabriele Guggiola

Realizzato in collaborazione con il "Corriere della Sera" e con il sostegno di Lazard

L'Indice della libertà economica dell’Unione Europea è il primo tentativo di misurazione del grado di libertà economica dei paesi appartenenti all’Unione Europea e di quest’ultima nei confronti del Giappone e degli Stati Uniti.
La libertà economica può genericamente definirsi come l’assenza di ogni tipo di coercizione o vincolo alla produzione, alla distribuzione o al consumo di beni e servizi al di là dei limiti necessari agli individui per preservare la libertà stessa.
L’idea di definire e misurare la libertà economica di un paese è nata poco più di dieci anni fa nel corso di una serie di conferenze organizzate, tra gli altri, dal premio Nobel per l’Economia Milton Friedman. Il ciclo di conferenze porta alla nascita dell’Economic Freedom Network – una rete di più di 50 istituti di ricerca di tutto il mondo di cui il Centro Einaudi è partner per l’Italia dal 1997 – e alla pubblicazione periodica del Report intitolato Economic Freedom of the World.
Nel Report la misurazione della libertà economica viene realizzata attraverso l’elaborazione di un indice sintetico mondiale – l’Economic Freedom Index – basato su una serie di parametri che, opportunamente ponderati, generano una classifica completa e accurata per più di 120 paesi del mondo. Benché lo schema logico applicato si sia rivelato generalmente valido, l’Indice mondiale ha dimostrato di avere in sé alcuni limiti. La necessità di mettere a confronto un gran numero di paesi a volte molto eterogenei tra loro ha, infatti, costretto i ricercatori a utilizzare una serie di parametri con un alto grado di approssimazione, adatti sì a definire a grandi linee la situazione della libertà economica a livello mondiale, ma inadatti a cogliere le sfumature tra paesi apparentemente simili se collocati nel contesto globale (è il caso dell’Unione Europea).
A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire per ogni paese dati sufficientemente recenti per poter utilizzare il Report come strumento di osservazione «in tempo reale» dell’evoluzione della libertà economica nei singoli paesi. In ultimo, l’Economic Freedom Network non ha mai considerato l’Unione Europea come un’unica entità economica e conseguentemente non ha mai elaborato un indice di libertà dell’UE.
Per ovviare alla bassa «sensibilità» e agli altri limiti impliciti dell’Indice mondiale, il Centro Einaudi e il Corriere della Sera hanno deciso di applicare lo schema metodologico sviluppato negli anni di collaborazione con l’Economic Freedom Network ai 15 paesi membri dell’Unione Europea ovvero ad un cluster di nazioni economicamente e politicamente omogenee, variando opportunamente i parametri originariamente utilizzati nel computo dell’Indice mondiale, dando ad essi la «sensibilità» sufficiente per cogliere le sfumature che distinguono i paesi sviluppati e adattandoli al contesto economico dell’UE e alle caratteristiche intrinseche del Mercato Unico Europeo.

zip Sintesi del Rapporto 2001 (752.71 Kb)

I risultati ottenuti danno adito a riflessioni economiche, politiche e sociali nelle quali si è scelto di non addentrarsi. Si lascia al lettore la libera e soggettiva interpretazione delle elaborazioni proposte con una sola raccomandazione: l’Indice in sé analizza soltanto alcuni aspetti del «vivere economico» dei paesi dell’UE e, dunque, se ne suggerisce un utilizzo accorto senza eccedere in forzature interpretative e usi strumentali, andando oltre l’obiettivo stesso di questo Rapporto.