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XV Rapporto annuale sul risparmio e sui risparmiatori in Italia (1997)
Dall'indagine emerge che gli italiani mantengono la loro forte voglia di risparmio, un dato culturale più ancora che economico, anche se si è ridotta la formazione di risparmio nuovo. Vi sono però «zone d'ombra», la più marcata delle quali è quella degli impiegati: il ceto medio è il più colpito dai sacrifici che il paese sta facendo per riequilibrare i conti ed entrare in Europa. Diventa sempre più sentita l'esigenza di risparmiare «per», in particolare per integrare la pensione futura. Aumenta il disamore per BoT e CcT, cresce la richiesta del risparmio gestito, si accentua l'interesse per azioni, fondi comuni, polizze vita. Il «mattone» non attira più. Le banche mantengono un elevato indice di gradimento e sono il principale canale di comunicazione fra le famiglie e i mercati finanziari.
Il risparmiatore, insomma, è cresciuto: ha saputo diversificare i propri investimenti di fronte al calo dei rendimenti, non si è fatto troppo impressionare dalle turbolenze innescate dalla crisi delle Borse asiatiche, ha cercato di volgere in positivo la flessione dell'inflazione e dei tassi di interesse, comprendendo l'importanza del cammino dell'economia verso la normalità; si dichiara convinto europeista e favorevole all'Euro. Oggi, finalmente, può essere definito «adulto».
Questo Rapporto annuale nasce dalla collaborazione fra il Centro di Ricerca e Documentazione "Luigi Einaudi" e l'Ufficio Studi della Banca Nazionale del Lavoro. Giunto alla quindicesima edizione, viene realizzato sulla base di un'indagine condotta dalla Doxa su un campione di circa mille famiglie e tradizionalmente pubblicato in dicembre.Fino al 1996, il Rapporto è stato pubblicato nella collana "Quaderni di Ricerca" dell'Ufficio Studi BNL; questa edizione è pubblicata dall'editore Guerini e Associati.