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Negli ultimi anni il dibattito circa i metodi della filosofia politica è stato caratterizzato dal moltiplicarsi di opzioni diverse in merito al rapporto tra teoria normativa e metaetica. In particolare ha avuto successo l’idea che le teorie normative siano autonome rispetto alle questioni filosofiche di secondo ordine. In questo articolo è presentato e discusso il dibattito sul quietismo, sia nella sua versione ridotta per cui la metaetica è di per sé normativa, sia in quella ampia per cui considerazioni metaetiche sono inutili e controproducenti per la teoria normativa. Sullo sfondo di questo dibattito è presentata e discussa la posizione metodologica di Rawls. L’obiettivo è quello di capire se la proposta rawlsiana dell’indipendenza della teoria morale e del method of avoidance sia soddisfacente. Infine, un nuovo punto di vista sui benefici della metaetica per la teoria normativa viene avanzato e difeso.
“A Dangerous Method”: John Rawls and Metaethics
In recent years the philosophical debate about the methods of political philosophy has been characterized by an increasing number of different options concerning the relation between normative theory and metaethics. In particular, the idea that normative theories are autonomous from second-order issues has gained great attention. In this article, the debate about quietism is presented and analysed, both in its restricted version, according to which metaetichs simply is part of normative theory, and in its broad one, according to which metaethical considerations are counterproductive for normative theories. Drawing from this debate, Rawls’s methodological position is presented. The aim is to understand whether the Rawlsian project about the independence of moral theory and the method of avoidance is satisfactory. In conclusion, a new point of view on the benefits metaethics can offer to normative theory is defended.