I chiaroscuri della ragionevolezza

Questo articolo esamina i diversi significati della nozione rawlsiana di ragionevolezza. Sebbene Rawls stesso ammetta che questa nozione può risultare vaga e oscura, in un significato più ampio del termine «ragionevole» egli rimanda alla virtù di persone impegnate in una cooperazione sociale fra uguali. Inoltre, cittadini ragionevoli sono coloro che riconoscono i limiti della ragione e che sono consapevoli della impossibilità pratica di giustificare pubblicamente le loro dottrine comprensive come vere. Tuttavia, la nozione di ragionevolezza mostra alcune incoerenze, come molti critici hanno evidenziato. Nell’articolo procedo come segue: innanzitutto, ricostruisco i significati che Rawls attribuisce alla ragionevolezza; quindi, illustro le principali critiche sollevate a tale nozione; infine, discuto queste critiche al fine di richiamare sia la rilevanza del progetto politico di Rawls sia i suoi innegabili esiti insoddisfacenti.

This article aims at focusing on the several meanings of the Rawlsian notion of reasonableness. In spite of the fact that Rawls himself takes this notion as vague and obscure, there is a broader meaning of it as the political virtue of citizens who are committed in a social cooperation on equal terms. Furthermore, reasonable citizens are persons who recognise the limits of practical reasoning, and who are aware of a structural incapability to publicly justify their comprehensive doctrines as true. Nevertheless, reasonableness shows inconsistencies, as many critics emphasize. The author will proceed as follows: a) she will recapitulate the Rawlsian account of reasonableness; b) she will present some critics about this notion; c) she will discuss these critics in order to recall both the relevance of the Rawlsian political project and the undeniably unsuccessful outcomes.