Abstract
Nel 1957 il teorico dei media Marshall McLuhan pronunciava la nota espressione «Il mezzo è il messaggio», divenuta poi una definizione cardine per tutti gli studiosi. Il dibattito attorno a questa consolidata definizione si è riacceso con forza ai giorni nostri per gli effetti della rivoluzione digitale, processo che è alla base del fenomeno della convergenza. La digitalizzazione del segnale ha svincolato i contenuti (scrittura, audio e video) dai loro supporti fisici tradizionali, rendendoli fluidi e in grado di essere veicolati su diverse piattaforme contemporaneamente. Questa maggiore libertà del contenuto è soltanto l’elemento più evidente della convergenza, che sembra favorire la convivenza di più tecnologie, ognuna in grado di supportare qualunque audiovisivo, ma allo stesso tempo tutte dotate di precise specificità che caratterizzano e rendono unica l’esperienza di fruizione. L’esplosione di numerose piattaforme costituisce oggi una vera e propria sfida per i broadcaster tradizionali, chiamati a rivedere le loro strategie in funzione delle trasformazioni tecnologiche in atto. Il saggio si propone pertanto di fare il punto su come il mercato televisivo italiano si stia modificando sotto la spinta dell’innovazione, attraverso l’analisi del modo in cui le emittenti nazionali presidiano oggi le principali piattaforme disponibili per l’utente finale. Di fronte all’inarrestabile processo della digitalizzazione, le reti televisive necessitano infatti di trasformare know how e modelli di business acquisiti per rispondere alla minaccia di potenziali nuovi entranti nella filiera dell’industria audiovisiva e per rimanere competitive sui mercati.
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