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Ankara sta dando prova di notevole dinamismo con una politica estera sempre più autonoma (rispetto alle potenze occidentali) e sicura di sé, che ha sorpreso molti commentatori e analisti e sollevato quesiti e polemiche sulla reale collocazione internazionale della Turchia – un paese della Nato, candidato a entrare nell’Ue, con un governo di cultura islamica, «amico» dell’Iran e avviato a una partnership strategica con la Cina. La Turchia è al centro di una regione, dal Medio Oriente all’Asia centrale, in rapida trasformazione e che sarà forse il principale fronte dell’emergente contrasto tra gli «imperi», quello occidentale (Stati Uniti) e quello orientale (Cina) per il controllo del potere globale. Impossibile dire se la Turchia del premier Erdogan avrà infine successo. Vi sono ancora molte (e gravi) incognite interne e internazionali. A breve scadenza, il partito Akp di Erdogan, al potere dal 2002, ha buone possibilità di vincere le prossime elezioni che si terranno a metà 2011. Ma non si può escludere che, proprio in vista delle elezioni, venga messa in atto una violenta strategia di destabilizzazione del paese.
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