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Questo articolo inaugura una serie di contributi volti a raccontare la storia, lunga e travagliata, dell’economia sociale di mercato. Il dibattito politico italiano mostra di non conoscerla appieno, o in alternativa tende a selezionarne i soli episodi funzionali a inventare tradizioni buone a legittimare i modelli politici di volta in volta proposti. L’autore passa in rassegna i più recenti interventi che all’economia sociale di mercato si sono dedicati – in tutte le esperienze europee essa è tornata di moda solo di recente – anche per mettere a fuoco alcuni degli aspetti utili a comprendere il senso dell’odierno successo della formula. La riflessione critica su questi interventi è condotta muovendo dai nessi tra l’economia sociale di mercato, l’ordoliberalismo e la dottrina sociale della Chiesa. Da questi nessi discende la promozione di modelli organicisti di convivenza sociale, come quelli promossi in seno all’Unione Europea e riportati al principio di sussidiarietà. È in tal modo che si affossa la democrazia partecipativa, che si costruisce il cittadino consumatore e si svilisce il cittadino tout court.