Il libro annotato / Note in margine a «Lo Stato canaglia. Come la cattiva politica continua a soffocare l'Italia» di Piero Ostellino

Categoria/Category
Anno XLIV, n. 194, gennaio-aprile 2009
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

A giudizio di Cristina Costantini, Lo Stato canaglia. Come la cattiva politica continua a soffocare l’Italia, di Piero Ostellino (Rizzoli, Milano 2009), offre una lucida e puntuale analisi della morfologia politica ed economica del nostro paese, ponendone in luce aberrazioni e patologie. Il titolo è voluta citazione dell’espressione rogue states, ormai invalsa nel lessico delle relazioni internazionali. Qual è per Ostellino lo «Stato canaglia» e per quali ragioni? La domanda trova una immediata risposta nelle pagine introduttive, dove, proprio al fine di recuperare (se non addirittura di riscoprire) il senso del Politico e gli scopi della Politica, l’autore reputa necessario denunciare, con risolutezza e senza concessione alcuna, quello Stato «canaglia» – perciò nemico – che incarna e sublima l’invasività della sfera pubblica nella sfera privata, così da invertire la fisiologica relazione tra cittadini e politica, rendendo i primi al servizio della seconda nell’adesione a una imposta «cultura del suddito». La proposta che viene da Piero Ostellino è nel senso di emanciparsi dallo Stato (in quanto storicamente costruito come «Stato canaglia») per muovere verso la realizzazione di una società aperta attraverso tre tappe fondamentali: deregolamentazione, liberalizzazioni, privatizzazioni.