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N. 16 - Quaderni di Biblioteca della libertà
Le «regole del gioco» che disciplinano gran parte delle società sviluppate non funzionano più come dovrebbero L'evidenza dei fatti lo dimostra: troppe aree della vita sociale sono ormai dominate da conflitti esasperati, prevaricazioni di gruppi, arbitrii di clientele e mafie. Questo accade principalmente a causa di due motivi: perché si è venuta creando una nuova «scarsità di risorse» (economiche, sociali, politiche), l'uso delle quali non può essere lasciato senza limitazione alcuna, se non vogliamo che ciò determini gli sprechi e le ingiustizie che abbiamo sotto gli occhi. Ma chi deve provvedere a tale limitazione? Come alternativa alla disgregazione anarchica c'è soltanto il ricorso alla tirannide di qualche Leviatano (sia esso una classe, un gruppo sociale, un partito politico)?
La risposta di Buchanan — all'altezza della migliore tradizione filosofica — è di tutt'altro segno: nuovi rapporti liberi tra uomini liberi. E, a tal fine, è necessaria (e possibile) una «rivoluzione costituzionale» che consenta una autolimitazione consensuale e reciproca, capace di dar vita a una superiore forma di convivenza civile e, attraverso questa, a una più matura espressione della libertà politica.