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Liberalismo, socialismo e democrazia

Liberalism, Socialism and Democracy

Categoria/Category
Anno XXXIX, n. 173, 174, 175 gennaio-giugno 2004
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

L’autore intende difendere una interpretazione liberal-socialista della democrazia. Per far ciò, il saggio inizia con l’ammettere una priorità sia storica che teorica del liberalismo nei confronti del socialismo, quindi prosegue col mostrare i limiti del liberalismo sostenendo che è necessaria una sua integrazione in senso socialista. Il liberalismo può essere caratterizzato come una particolare dottrina economica, politica ed etica tesa a promuovere, rispettivamente, l’efficienza economica, la tolleranza politica e la neutralità etica. L’efficienza economica deve essere integrata da considerazioni di equità. Infatti, a) non tutte le distribuzioni che risultano Pareto-ottimali risultano eque e b) non tutti i beni, non ad esempio quelli ambientali, hanno un prezzo, anche se posseggono un indubbio valore. Per risolvere questi problemi è necessario ricorrere, a parere dell’autore, a un concetto di giustizia non puramente formale e procedurale (che caratterizza il liberalismo), ma anche di tipo sostanziale (che caratterizza il socialismo). Il concetto di tolleranza deve essere integrato da una visione oggettiva del bene pubblico. Infatti, se vogliamo risolvere i problemi sollevati dal teorema di Arrow, che dimostra l’impossibilità di aggregare in un’unica scelta collettiva tutti i possibili ordinamenti di preferenza individuali, dobbiamo impegnarci in valutazioni sulle varie concezioni del bene, limitando perciò l’applicabilità del criterio di tolleranza. Ciò può essere fatto, infine, rivolgendosi a un’etica pubblica di tipo liberal-socialista. L’avalutatività e la neutralità etica devono essere completate da una teoria dell’integrità, che presupponga un legame forte e necessario tra concezione dell’io e processi collettivi. Senza tale presupposto sarebbe assai difficile immaginare qualsiasi rapporto (sia pure controverso) tra autonomia individuale e felicità collettiva.

The author aims to defend a liberal-socialist interpretation of democracy. He, thus, begins the essay by admitting liberalism’s historical and theoretical priority over socialism: he proceeds to demonstrate the weaknesses of liberalism, pointing out the necessity for its integration into socialism. Liberalism may be defined as a particular economic, political and moral doctrine designed to foster economic efficiency, political tolerance and moral neutrality. Economic efficiency must be integrated by considerations of equity. Indeed, a) not all the distributions emerging as Pareto-optimal are equitable, and b) not all goods – eg, those linked to the environment – have a price even, if they do possess a value. The author feels that to solve these problems, it is necessary to resort to a concept of justice that is not purely formal and procedural (as in the case of liberalism), but that is, to some extent, fundamental (viz. socialism). The concept of tolerance must be integrated by an objective vision of the common good. Indeed, if we wish to solve all the problems posed by Arrow’s theorem (which demonstrates the impossibility of aggregating all the preferred system of individuals into one collective solution), we must strive to assess the various possible conceptions of the common good, hence restricting the applicability of the criterion of tolerance. This is possible by means of liberal-socialist public ethics. Ethical a-valuation and neutrality must then be completed by a theory of integrity presupposing a firm and necessary bond between the conception of the self and collective processes. It would otherwise be extremely difficult to imagine any relationship whatsoever (even a debatable one) between individual autonomy and collective happiness.