Abstract
Questo saggio si propone di valutare le prospettive del riformismo internazionalistico liberale in relazione alla nascita del nuovo ordine internazionale post-bipolare. Prendendo spunto dal pessimismo di Stanley Hoffmann circa la possibilità/capacità degli stati liberaldemocratici di promuovere valori liberali in ambito internazionale (soprattutto) nel mondo di oggi, l’autrice indica le ragioni per le quali l’attuale tendenza alla globalizzazione costituisce una nuova sfida, ma offre anche possibilità nuove, all’internazionalismo liberale. Un’analisi autenticamente liberale – del tutto svincolata dalla tradizione di ricerca realista – delle dinamiche proprie dell’ambito internazionale offre poi elementi conoscitivi originali, essenziali per la definizione degli strumenti utili a tradurre in pratica l’agenda del cambiamento liberale, imperniata sulla diffusione della democrazia a livello interno e sulla democratizzazione delle regole di governo dei processi politici internazionali.
This essay focuses on the perspective of international liberal reform in the international order which has emerged since the Cold War. After exploring Stanley Hoffmann’s pessimism about the possibility/capability of liberal states to promote liberal values in the international arena, the author states the reasons why the present globalising trend represents a new challenge, but also offers new chances for liberal internationalism. The new knowledge which truly liberal analysis, totally independent from the realist research tradition of international politics, offers on how the international arena works is an essential part of the liberal agenda for change. Such change, says the author, should be achieved largely through the spread of democracy within states and the democratisation of the rules governing international relations themselves.