Abstract
Il Sudafrica uscito dall’
apartheid appare impegnato in una scommessa, dall’esito della quale dipende il suo futuro, consistente nel far convivere le diversità – dalle etnie e religioni alle specie animali e vegetali – non solo pacificamente ma anche in maniera costruttiva, secondo la propria natura, e produttiva sul piano economico, nell’unirle senza costringerle a perdere la loro individualità, come succede ai colori dell’arcobaleno. A giudizio dell’autore, se i sudafricani riusciranno a evitare lo scontro cruento delle etnie e la stagnazione o il regresso economico e a sostituirli con una nuova collaborazione che inneschi uno sviluppo duraturo, riduca senza eccessivi traumi lo squilibrio nella distribuzione del reddito, realizzi un buon equilibrio ambientale, avranno messo a punto una «terza via» che non si riconosce né nel liberismo né nel dirigismo, rilevante per il futuro, non solo economico, di tutto il pianeta.
Post-
apartheid South Africa appears to be taking a gamble the outcome of which will determine its whole future: to make diversities – from ethnic groups and religions to animal and vegetable species – coexist, not only peacefully but also constructively each according to its own nature, productively in economic terms, and to unite them without forcing them to lose their individuality – just like the colours of the rainbow. The author feels that if South Africans can avoid a bloody clash between ethnic groups and economic stagnation or regression, promoting new forms of collaboration conducive to lasting change, reducing the imbalance in the distribution of income without traums and achieving an acceptable environmental equilibrium, then they will have come up with a ‘third way’, neither
laisser-faire nor
dirigiste, significant for the future of the entire planet – and not only in economic terms.