Abstract
L’autore parte da un’analisi puntuale di due tra i più rilevanti anacronismi prodotti dal discorso della Guerra al Terrore. L’obiettivo dell’analisi è quello di suffragare la tesi secondo cui questo sforzo bellico non è diretto solo a sconfiggere un’organizzazione terroristica, ma anche e soprattutto a perseguire un progetto architettonico: quello di promuovere la regressione a un «nuovo ordine mondiale» così come lo si sarebbe potuto concepire se gli attentati dell’11 settembre non fossero mai potuti avvenire. Sulla scorta dell’analisi degli anacronismi generati da questo progetto regressivo, l’autore perviene a una revisione critica dei motivi per cui il discorso della Guerra al Terrore non pare essere capace di governare i fenomeni che produce sul terreno; egli propone l’utilità – tutta circostanziale – di usare il termine «stato di network» come alternativa all’anacronistico ritorno dello «stato di natura» hobbesiano introdotto dal pensiero neoconservatore americano. In uno stato di network non si assiste necessariamente alla lotta di tutti contro tutti. Questa lotta senza quartiere si innesca proprio nel momento in cui si ritiene di poter tenere il mondo a distanza pur avendo di fatto annullato ogni distanza nel network delle comunicazioni elettromagnetiche.
The author begins with a careful analysis of two of the most important anachronisms that result from the War against Terror. His main aim is to support the thesis that the war is being waged not only to defeat a terrorist organisation, but also, and above all, to pursue an “architectural project”: the promotion of a regression to a “new world order” as it might have been if September 11 had never happened. Analysis of the anachronisms generated by this regressive project leads the author to make a critical review of the reasons why the War against Terror approach would appear incapable of controlling the phenomena it produces on the ground. He proposes the – entirely circumstantial – utility of the term “state of network” as an alternative to the anachronistic revival of the Hobbesian “state of nature” by American neo-conservative thinkers. In a state of network, we do not necessarily see a struggle of “all against all”. This type of struggle without quarter flares precisely at the moment in which we believe we can keep the world at a distance, even though we have, de facto, cancelled every distance in the network of electromagnetic communications.