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Thomas Jefferson e la repubblica federale dei diritti naturali

Thomas Jefferson and the federal republic of natural rights

Categoria/Category
Anno XXXVII, n. 167, novembre-dicembre 2002
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

Il Jefferson degli studiosi è oggi assai diverso da quello che era soltanto alcuni decenni fa. La generale tendenza a descrivere il processo di fondazione degli Stati Uniti d’America come connotato da radicalismo democratico ha fatto sì che l’immagine del virginiano sia oggi lontana dalla realtà storica. Molti lavori recenti su Jefferson affermano che egli non era un liberale lockiano, ma un proto-socialista, pronto ad espropriare i ricchi sulla base della considerazione che i diritti di proprietà sono mere convenzioni e un grazioso dono della società. Al contrario, gli scritti di Jefferson non forniscono alcun appiglio a tale interpretazione. Tali scritti dimostrano che egli fu un teorico del diritto naturale di matrice lockiana. La sua visione politica radicalizza la dottrina di John Locke, ma mai se ne discosta. Egli fu un convinto assertore della naturalità del diritto di proprietà, e del fatto che l’unica legittima funzione del governo sia quella di tutelare gli individui nel godimento dei propri diritti naturali. Le risoluzioni del Kentucky furono centrali nel pensiero jeffersoniano: la dottrina dei diritti degli Stati che egli qui espose per la prima volta fu da ultimo ancora più importante del suo impegno di tutta una vita a favore dei diritti naturali. Il federalismo autentico era l’unico modo per proteggere veramente i diritti naturali dell’uomo.

Today the ‘scholar’s Jefferson’ is very different from what it used to be just a few decades ago. The general tendency to describe the process of foundation of the United States as being radically democratic has fashioned an image of the Virginian that is very distant from historical reality. Many recent works on Jefferson maintain that he was not a Lockean, but rather a proto-socialist ready to expropriate the rich to give to the poor, on the grounds that property rights are purely conventional and a gracious gift of society. Jefferson’s vast writings do not support this now almost conventional wisdom. In contrast, his works show that he was a natural-rights theorist of the Lockean persuasion. In his political outlook, he radicalized Locke’s doctrine somewhat, without ever really deviating from it. He believed that private property is a natural right, and that the only proper function of government is to protect the individual’s enjoyment of natural rights. The Kentucky Resolutions were central to Jeffersonian thought; the States’ rights doctrine he deployed here was even more important to his later thinking than his lifelong dedication to natural rights. Clearly, authentic federalism was the only way to protect the natural rights of mankind.