Abstract
Gli Stati Uniti sono il paese che trae maggiori vantaggi dalla competizione fiscale internazionale. Un carico fiscale modesto, in combinazione con una tassazione vantaggiosa e la tutela della privacy degli stranieri non residenti, ha contribuito ad attrarre più di 9.000 miliardi di dollari di investimenti stranieri nell’economia statunitense. Ciò si traduce in più posti di lavoro e redditi più elevati per i lavoratori americani. Le iniziative di armonizzazione fiscale proposte dall’Europa finirebbero per ostacolare questo vantaggio competitivo. Le burocrazie internazionali, ispirate da nazioni non competitive come la Francia, vogliono dare ai governi ad elevata imposizione fiscale il potere di tassare i redditi guadagnati in nazioni a bassa imposizione fiscale. Ciò rappresenta una minaccia diretta per gli interessi economici dell’America. Proposte di armonizzazione fiscale come lo "scambio di informazioni" renderebbero l’America molto meno attraente per gli investitori del mondo e si tradurrebbero in una perdita significativa di capitali.
The United States is the world’s biggest beneficiary of jurisdictional tax competition. A modest tax burden, combined with advantageous tax and privacy laws for non-resident aliens, has helped attract more than $9 trillion of foreign investment to the U.S. economy. This translates into more jobs and higher incomes for American workers. European-sponsored tax harmonisation initiatives would undermine this competitive advantage. At the behest of uncompetitive nations like France, international bureaucracies want to give high-tax governments the power to tax income earned in low-tax jurisdictions. This is a direct threat to America’s economic interests. Tax harmonisation proposals such as ‘information exchange’ would make America much less attractive to the world’s investors and likely would result in a significant loss of capital.