Abstract
Dopo una rassegna comparata della posizione relativa dell’Italia negli indici della libertà economica elaborati dal Fraser Institute e dalla Heritage Foundation, l’articolo si concentra sui parametri relativi ai livelli di libertà nel sistema dei diritti di proprietà. Nonostante in quest’area il grado di libertà risulti elevato, si può mostrare come, spostando l’attenzione dai diritti formali di proprietà a quelli economici (in una prospettiva teorica neo-istituzionalista), il sistema italiano sembri caratterizzato piuttosto da una combinazione di deboli garanzie e alti costi delle transazioni. Definendo la "liberalizzazione" come il processo che permette di ridurre il tempo individualmente e socialmente necessario al mantenimento delle strutture pubbliche, l’articolo mette in luce come il sistema italiano non abbia conosciuto negli ultimi anni un aumento significativo della libertà economica. Sono considerati, a titolo di esempio, il processo legislativo e il basso livello qualitativo del suo prodotto finale, così come i risultati deludenti dei più recenti tentativi di semplificazione delle procedure pubbliche, che vengono posti in relazione con alcune caratteristiche del sistema politico italiano. Infine, si mostra come questi fattori possono spiegare la correlazione tra livelli più bassi di libertà economica e la diffusione di altri fenomeni – i mercati sommersi, la corruzione e la sfiducia nello Stato – che sembrano caratterizzare il caso italiano.
After making a comparative survey of Italy’s ranking in the Fraser Institute and Heritage Foundation indexes of economic freedom, this article focuses on the parameters for levels of freedom in the system of property rights. Although Italy’s ranking is high in both indexes for the system, the authors show that, when we shift our concern from formal to substantial property rights in a neo-institutionalist perspective, the Italian system would appear to be characterised by a combination of weak protection and high transaction costs. Defining ‘liberalisation’ as the process which permits the reduction of the time individually and socially necessary to maintain public structures, the essay highlights how, in recent years, the Italian system has never experienced significant increases in the level of economic freedom. By way of example, it considers the process of law-making and the low quality of its final output, as well as the poor results of more recent attempts to simplify public procedures, attempting to explain their connections with some of the features of the Italian political system. Finally, it shows how these features can explain the correlation between lower levels of economic freedom and the diffusion of other phenomena, such as black markets, corruption and lack of confidence in the state, which would appear to be typical of the Italian case.