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Italia / Idee e politica estera: alcune riflessioni su di una diplomazia

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Anno XXXV, n. 156, settembre-ottobre 2000
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

Gli interessi e le idee sono due dimensioni che influenzano entrambe le strategie di politica estera. La scienza politica si è invece concentrata ad enfatizzare soltanto il peso del primo fattore, a causa del predominio del realismo. Le ideologie che influenzano la formulazione della politica estera sono in realtà almeno quattro: real/nazionalismo, liberalismo, costruttivismo, neo comunismo. Una diplomazia liberale si ispira a quei valori wilsoniani che si fondano sul rispetto dell’autodeterminazione nazionale, sulla concezione relativa della pace, sulla subordinazione delle motivazioni economiche della politica estera al rispetto della democrazia e dei diritti umani... Nell’Italia degli anni novanta, si sta materializzando un "matrimonio latente" fra destra conservatrice e sinistra costruttivista sia in politica estera economica che nel settore della sicurezza; la piattaforma liberale è dunque lontana dall’essere applicata. È comunque possibile identificare una strategia coerente di una diplomazia liberale, nei tre livelli della politica estera: bilaterale, mini/laterale (nell’ambito della Nato e dell’Ue) e multilaterale (nell’Onu). Essa si fonda sul ritiro del sostegno (diplomatico, economico ed istituzionale) ai regimi autoritari, sulla partecipazione ai cosiddetti interventi "umanitari" e sulla riforma del Consiglio di sicurezza basata su criteri culturali e che portino alla negazione del diritto di veto agli Stati repressivi.

Foreign policy strategies are influenced by both interests and ideas. In view of the intellectual dominion of realism, political science has emphasised only the explaining power of interests. Four ideologies influence foreign policy. They are: realism/nationalism, liberalism, constructivism and neo-communism. Liberal diplomacy follows Wilsonian values, based on the guarantee of national self-determination, on the relative conception of peace, and on the subordination of the economic motivation of foreign policy to political values such as democracy and respect of human rights. In Italy, during the 1990s, the two prevailing trends were those of the conservative right and the constructivist left, in both security and economic foreign policy, and liberalism was far from being applied. It is now possible, however, to identify a coherent strategy of liberal diplomacy at all the three levels of foreign policy: bilateral, mini/lateral (within NATO and the EU) and multilateral (within UNs). It is based on the withdrawal of diplomatic, economic and institutional support to authoritarian regimes, on participation in so-called humanitarian interventions and on the reform of the Security Council according to cultural criteria to deprive repressive states of the right of veto.