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Adam Smith è autore – oltre che della metafora della "mano invisibile" – anche di quella, meno nota ma altrettanto importante, dello "spettatore imparziale": una "mano invisibile" capace di trasformare l’opinione viziata da pregiudizi in opinione conforme all’interesse generale. Obiettivo di questo saggio è trarre da Smith uno schema arricchito dai risultati della ricerca nelle scienze sociali moderne e illustrarne l’importanza non solo nella spiegazione dei grandi fenomeni evolutivi in materia sociale e politica ma anche nell’analisi dei risultati dei sondaggi di opinione. La tesi principale qui sostenuta, almeno dal punto di vista della teoria politica, è che, a seconda della natura delle domande poste in consultazioni reali o simulate, le risposte degli intervistati possono tendenzialmente essere in prevalenza quelle di "attori parziali", o in prevalenza quelle di "spettatori imparziali". Nel secondo caso, vox populi, vox diaboli; nel primo, vox populi, vox Dei.
Adam Smith invented not only the metaphor of the "invisible hand" but also the metaphor, less well-known but no less important, of the "unbiased spectator", an "invisible hand" capable of turning prejudiced opinion into opinion consistent with the general interest. The aim of this essay is to draw from Smith a pattern enhanced by the results of research in the modern social sciences and to demonstrate its importance not only in explaining major evolutionary phenomena in the social and political fields, but also in analysis of the results of opinion polls. From the point of view of political theory at least, the main thesis of the essay is that, according to the nature of the questions asked in real or simulated polls, the answers of the interviewees tend to be prevalently those of "biased actors" or prevalently those of "unbiased spectators": in the second case, vox populi, vox diaboli; in the first, vox populi, vox Dei.