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This essay is a critique of Michele Rostan’s study published in the last issue of Biblioteca della libertà. The author formulates four main arguments. The first is that the study probably underestimates the costs of central party structures, and overestimates those of peripheral ones, which in future might be organised on a regional as opposed to provincial basis. This point is borne out by the fact that the responsibilities and powers previously entrusted to statutory internal party organs are likely to be transferred to parliamentary groups. It also seems somewhat unrealistic to imagine that parties can finance themselves exclusively through membership fees. Since, in the wake of a recent referendum, it is now impossible to reintroduce the public funding of political parties, new mechanisms (something along the lines of an 0.8% quota of taxes or partial tax abatement on contributions to parties) will have to be thought up. Lastly, if and when representative democracy is replaced by forms of direct democracy, and the choice of leaders substitutes that of parties, it is foreseeable that the entire political cost structure will change, and that the weight on it of the funding of parties will grow progressively lighter.
Questo articolo è un commento alla ricerca di Miche Rostan pubblicata nel numero precedente di «Bdl». L'autore formula quattro osservazioni principali. La prima è che la ricerca sottostima probabilmente i costi della struttura centrale del partito e sovrastima quelli delle strutture periferiche, che in futuro potrebbero essere a base non più provinciale bensì regionale. A giustificare questo rilievo vi è il fatto che è prevedibile, per il futuro, il trasferimento ai gruppi parlamentari dei compiti e poteri affidati in passato agli organi statutari interni dei partiti. Appare inoltre irrealistico immaginare che i partiti possano finanziarsi esclusivamente attraverso il tesseramento: poiché dopo il referendum è impossibile reintrodurre il finanziamento pubblico, si dovranno immaginare meccanismi tipo «8 per mille» o la parziale detassazione dei contributi ai partiti. Infine, nel momento in cui alla democrazia rappresentativa si sostituiscono forme di democrazia diretta e alla scelta del partito si sostituisce quella del leader, è prevedibile che a cambiare sia l'intera struttura dei costi della politica, con una progressiva riduzione del peso che al suo interno ha il finanziamento dei partiti.