- Ricerche e Progetti
- Biblioteca della Libertà
- Pubblicazioni e Working Paper
- Articoli e media
- Eventi e notizie
The debt of Italy's pension system is like a time bomb; if it were to explode public finance would explode with it. The pension debt gets swept under the carpet in so far as the financial statements of social security institutes are not annexed to and consolidated with the national budget. This state of affairs could be remedied by rewriting article 81 of the Constitution. Priority must be given, however, to actuarial pension reform, both per se and to send international markets a positive signal of credibility. In this essay, Francesco Forte argues that, while the target of pension reform must be an actuarial-type balance – with the exception of a social allowance for the most needy to be predetermined in proportion to the GDP – public social security cannot convert to a system of capitalisation. Forte concludes by asserting that pensions are neither an independent variable of economic performance nor a dependent variable. They are instead an interdependent variable. The structural reform of pensions, if carried through quickly and rigorously, would have a favourable effect on the GDP growth rate since it would reduce the interest rate and increase investments. It would thus create greater scope for the future improvement of pensions themselves.
Il «debito pensionistico» italiano rappresenta una sorta di «bomba ad orologeria» che rischia di far saltare la finanza pubblica. Il debito pensionistico è occulto perché il bilancio degli enti previdenziali non viene allegato e consolidato con quello dello Stato, e a ciò si potrebbe porre rimedio riformulando l'art. 81 della Costituzione. La riforma su basi attuariali delle pensioni, tuttavia, deve avere il primo posto, sia in sé sia come segnale positivo di credibilità verso i mercati internazionali. La tesi argomentata da Francesco Forte in questo saggio è che, mentre la riforma delle pensioni deve mirare a un pareggio di tipo attuariale con l'eccezione di una «quota sociale» per i «meno favoriti», predeterminata in rapporto al Pil, non è tuttavia possibile passare, per la previdenza pubblica, al sistema della capitalizzazione. Forte conclude affermando che la pensione non è una variabile indipendente dall'andamento economico, ma neppure è una variabile dipendente. È una variabile interdipendente. Una riforma strutturale delle pensioni attuata in tempi brevi, in modo rigoroso, agendo positivamente sul tasso di crescita del Pil, tramite la riduzione del tasso d'interesse e l'afflusso di investimenti, aumenterà lo spazio futuro per migliorare le pensioni medesime.