Abstract
Monateri esamina il modo in cui il diritto può essere legato a una estetica, e il modo in cui un tale package di diritto ed estetica può funzionare come fattore di «soft power» di una determinata cultura politica. Per farlo parte dal ruolo giocato dalla Francia quale cultura giuridica egemone nel mondo nel XIX secolo, ruolo che ancor oggi tale cultura gioca, o può giocare, come alternativa all’americanizzazione della cultura giuridica mondiale. Francia e America paiono oggi rappresentare due modelli opposti di concepire il diritto: si può dire che il Code civil francese, copiato in numerosissimi paesi in tutti e cinque i continenti, rappresenti i «sistemi romanisti», in quanto diversi dai «sistemi di common law» senz’altro oggi rappresentati dal modello americano molto più che dal diritto inglese. In un’epoca di mondializzazione pure del diritto, i due sistemi, entrambi ben funzionanti e apprezzati, rappresentano effettivamente una possibile alternativa globale. La Francia appare quindi dotata di un «soft power» incisivo, costituito principalmente dal suo Codice, purché esso rimanga, per così dire, patrimonio comune della «latinità» giuridica e non si ripieghi all’interno dell’Esagono. Il nemico mortale del «soft power» di un modello culturale è, infatti, principalmente uno: il «parrocchialismo».
Monateri examines the way in which law can be bound to an aesthetics and how this aesthetic-law package can work as a ‘soft power’ factor in a given political culture. He sets out from the role played by France as a hegemonic juridical culture in the nineteenth century – a role still feasible today as an alternative to the Americanisation of world juridical culture. Today France and America would appear to represent two opposed models of the conception of law. It is possible to assert that the French Code civil, copied in a great number of countries in all five continents, represents the ‘Roman systems’, as opposed to ‘common law systems’, today represented much more by American than by British law. In an era in which even law is being globalised, the two systems, which both work well and are much admired, effectively represent a possible global alternative. France thus appears to be equipped with an incisive ‘soft power’ constituted mainly by its Code, provided the latter remains, so to speak, the common patrimony of juridical ‘Latinity’ and does not withdraw into the Hexagon. The mortal enemy of the ‘soft power’ of a cultural model is, first and foremost, ‘parochialism’.