Abstract
Il complesso militare israeliano è ancora oggi il principale settore industriale del paese. Nato negli anni Venti, nella sua evoluzione è possibile distinguere almeno due fondamentali punti di svolta: la rottura del rapporto con i francesi, nel 1967, che ha portato alla creazione di un sistema israeliano di ricerca e sviluppo (R&S) autonomo, e l’annullamento del progetto Levi, nel 1987, che ha segnato lo spostamento del core business delle industrie israeliane verso nicchie tecnologiche più adatte alle nuove caratteristiche del mercato delle armi nel post-Guerra fredda. Posizionatosi così tra i primi fornitori di armi al mondo dalla fine degli anni Novanta, Israele si trova oggi ad affrontare sia un difficile percorso di ristrutturazione industriale del comparto, sia un riordino dei rapporti con il suo alleato principale, gli Stati Uniti. Queste due incognite potrebbero minacciare l’ulteriore sviluppo del suo settore militare e la seconda, in particolare, pone alcuni dubbi sulla sua effettiva sovranità.
Born in the 1920s, the military industry is still the most important in Israel. It is possible to note two main turning points in its history: the break-off of relations with the French in 1967, which led to the creation of an Israeli research and development (R&D) system, and the annulment of the Levi project in 1987, which marked the shift of the core business of Israeli companies towards technological niches more suited to the characteristics of the post-Cold War arms market. Among the world’s leading arms suppliers at the end of the 1990s, Israel now has the difficult task of restructuring the industry and rearranging its relations with its main ally, the United States. These two incognitos could threaten the development of the country’s military sector, with the second in particular raising doubts about its effective sovereignty.