Abstract
Il successo delle riforme economiche cinesi negli anni Ottanta e Novanta ha posto in discussione le politiche ufficiali di sviluppo (note come Washington consensus) delle istituzioni multilaterali. Il consenso prescrive che i paesi in via di sviluppo adottino governi che da un lato disciplinino un sistema di diritti di proprietà stabili e chiaramente definiti, dall’altro creino istituzioni che rafforzino i mercati: la buona governance – in termini di liberalizzazione, privatizzazione delle proprietà statali e assenza di corruzione – dovrebbe portare allo sviluppo economico. Nessuna di queste condizioni era presente in Cina: i diritti di proprietà apparivano essere né stabili né chiari, la corruzione era diffusa, il governo era coinvolto in tutti i settori dell’economia. L’articolo mette in dubbio la validità dell’incompleta analisi del consenso per ipotizzare che invece le istituzioni cinesi abbiano appreso la lezione storica del capitalismo, che dimostra come lo stato possa guidare la transizione all’economia capitalistica quando il sistema clientelare è compatibile con i costi e i benefici connessi alla diffusione delle attività di mercato.
The success of China’s economic reforms in the 1980s and 1990s has challenged official development prescriptions – known as the ‘Washington Consensus’ – of multilateral institutions. The consensus suggests that developing countries should install governments that preside over systems of clear, stable property rights and do not interfere with markets but create institutions that strengthen them. Good governance – in terms of liberalisation, privatisation of state-owned assets and absence of corruption – should result in economic development. None of these conditions were present in China: property rights appeared to be neither stable nor clear, corruption was widespread, and the government was involved in all sectors of the economy. The article questions the validity of the incomplete analysis of the consensus to hint how China’s institutions learned the historical lesson of capitalism, which shows how the state can guide the capitalist transition when the patron-client framework is compatible with the costs and benefits of the rise of market activities.