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La Turchia fra Occidente e Oriente / Fra europeismo e neo-ottomanismo: la politica estera della Turchia durante il governo dell'Akp (2002-2007)

Turkey, between West and East / Europeanism and/or Neo-Ottomanism: Turkish foreign policy during the AKP

Categoria/Category
Anno XLIII, n. 191, aprile-giugno 2008
Editore/Publisher
Guerini e Associati

Abstract

Ozzano traccia un bilancio dell’operato dell’Akp (Partito della giustizia e dello sviluppo) nei primi cinque anni al potere a proposito della politica estera, uno dei settori che più destavano preoccupazione all’indomani della vittoria del partito, nel 2002. A suo giudizio, sarebbe errato affermare che la recente politica estera turca segni uno spostamento verso un’identità caratterizzata puramente in senso islamico; così come pensare che il paese intenda svolgere semplicemente una funzione di ponte fra Europa e Medio Oriente. La strategia turca consiste nel tentativo di rendere il paese un attore accreditato a livello globale, dotato di una identità culturale autonoma in cui coesistono elementi islamici, europei ed asiatici; e capace di esercitare influenza su molteplici scenari regionali. I membri dell’Unione Europea non devono, quindi, vedere nella Turchia una possibile quinta colonna dell’islam in Europa, ma un’aspirante grande potenza decisa a entrare nell’Unione, anzi a contribuire a costruirla, senza per questo rinnegare la sua parte di eredità culturale non europea.

 

flageng

Ozzano sums up the foreign policy of the AKP (Party of Justice and Development) in its first five years in power, one of the greatest causes for concern after its election victory in 2002. In his opinion, it would be wrong to assert that Turkey’s recent foreign policy marks a shift towards a purely Islamic identity. Just as it would be wrong to think that the country intends to merely act as a bridge between Europe and the Middle East. Turkey’s strategy will be to try to be a reliable partner at global level, a country with an autonomous cultural identity in which Islamic, European and Asiatic elements live side by side, capable of exercising influence in a multiplicity of regional scenarios. The members of the European Union must not therefore see Turkey as a sort of fifth column of Islam in Europe, but rather as a would-be great power – determined to join the Union, indeed to help build it, but without eschewing the non-European part of its cultural heritage.